domenica 6 marzo 2016

la Scatola e le Macerie

la vita ti travolge e manco te ne accorgi.
e quando te ne rendi conto sei già sulle macerie di qualcosa e camminarci sopra è proprio difficile.
vorresti lasciare tutto lì, ad impolverarsi, a ristagnare, pur di non pensare che puoi andare avanti, pur di non prenderti la responsabilità di farlo andare avanti; semplicemente perché significherebbe coltivare tutto, dolore e delusioni comprese, mentre il tuo unico desiderio è proprio quello di lasciarli marcire insieme con tutto il resto.
butteresti all’aria lavoro persone e bellezza per 48 ore non-stop di divano. come se il divano fosse un distributore automatico di salute mentale ed emotiva.
E invece no.
Devi ripartire. per forza. perché a biologia hai imparato che la vita non si ferma davanti a nulla.
la vita non ti dà tutto il tempo di cui hai bisogno ma solo quello necessario per guardare il tuo piccolo dolore un’ultima volta e metterlo in una scatola per dimenticarlo.
e quando lo avrai dimenticato ti capiterà di dover fare un trasloco, di dover portare la tua anima in una nuova casa. sarai costretto a svuotare i cassetti, a fare ordine, a capire dove sono le tue cose, a scegliere quali portare con te e quali abbandonare.
e stai pur certo che quella scatola ti capiterà tra le mani.
e stai pur certo che quella scatola non la riconoscerai.
e stai pur certo che la aprirai.
ecco uno dei modi con cui ti travolge la vita: con una scatola che avevi messo da parte e che sei costretto ad aprire per colpa di un trasloco. e chi lo può dire, se è destino o caso, se è la vita stessa che quella scatola te la fa trovare proprio in quel momento perché solo allora sarai finalmente capace di sopportare tutto con una maturità diversa.
sono questioni trascendentali – queste – che io mi rifiuto di ascoltare.
sta di fatto che la vita il più delle volte ci appare ingiusta, ingiusta perché non si ferma il tempo a noi necessario per capire che quel dolore va buttato e non messo dentro una scatola.
Quindi ho deciso: questo blog, questo cassetto, questa scatola che contiene tutto quanto il dolore e la delusione, basta, è ora di buttarla via. 
non mi serve per un altro trasloco. non mi serve più riaprirla. non ci sono più possibilità di rivedere sotto un'altra luce le vicende che ho racchiuso qui dentro. continueranno a far parte di me, questo è certo, e per questo non le rinnego. ringrazio, anzi, che facciano parte di me. sono quella che sono anche grazie a loro. sono più forte e più cosciente di quanto basti a me stessa, del dolore che riesco a sopportare, di quanta strada debba fare ancora prima di riuscire a perdonare. ringrazio ma non ci torno più su. non la apro più la scatola. la getto via. dico, non faccio finta di non vederla. semplicemente non la vedo più. non esiste.
è il momento di riprendere a scrivere, di cose nuove in un posto nuovo. 
quindi La mia vita in comode rate chiude. da ora in poi sarò solo PHOTOSENSIBLE: tutt'i colori, più 1.

mercoledì 10 luglio 2013

forse è arrivato il momento di crescere.
forse non posso più permettermi di vivere la vita in comode rate.
forse quello che sto facendo non è la strada giusta.

ma tanto chi mi sa dare la risposta.
per quanto ne so, 42 è la soluzione.
anche perché se non capisco qual è il problema posso attaccami a qualsiasi spiegazione.

forse credo di essere speciale
di avere soltanto io questo modo di pensare
PRESUNTUOSA

l'errore fu credere speciale una storia normale

chissà quando troverò il mio posto in questa mia vita:
capire cosa devo fare
capire con chi devo stare
capire quando devo cambiare

non c'è posto per altro disagio, se il disagio sono io.



giovedì 29 novembre 2012

dov'è il camioncino dei gelati quando serve? (post di qualche anno fa, mai pubblicato)


No ma... stiamo scherzando?
Ci saranno 45 gradi lì fuori.
NO MA....
come cacchio si fa a studiare quando l'unico movimento d'aria proviene dalla ventola del pc?
Che qui si gronda come non so cosa.
E poi dico.. con tutta 'sta callazza da paura c'è il falegname vicino casa che si mette a segare?
ma che c'ha? un corredo cromosomico transgenico? non sta schiattando di caldo?
dico....

e io c'ho due esami. e non ho voglia di studiare. (ma va?)
che.... maledetti virus.. eziologia epidemiologia patogenesi sintomi lesioni diagnosi terapia e profilassi...

voglio la neve.
io adoro la neve.
e i ghiaccioli appesi ai cartelli stradali.
e quel paesaggio in bianco e nero.
voglio il freddo.

voglio il teletrasporto. (che caro Marcolino.. avresti potuto portare al tuo viaggio di nozze in Norvegia la tua neo-commare-testimone di nozze.... sono una personcina discreta io. Non vi avrei dato mica fastidio!).

che poi... in questi giorni di afa, tu, donnino che sei seduto alla scrivania davanti la finestra aperta, sperando in un miracolo metereologico, col segaiolo che sega, il sole che facendo riflesso sul vetro ti brucia direttamente la retina dell'occhio dx, ti ritrovi PURE a dover vedere i vicini di casa pelati e con le guanciotte rosse [e il loro grasso inverno accumulato nelle panze adipose] che pascolano i cagnolini a petto nudo.

ma dico.
che ho fatto di male per meritarmi questo?
ogni tanto un pezzetto di ragazzo, non dico bono... ma che ci si avvicina almeno??
una piacevole distrazione... anche una bella gnocca... insomma non disdegno.

è che sono un'esteta.. e anche l'occhio che m'è rimasto sano vorrebbe la sua parte.....
o no?

(voglia de studià..........)

domenica 7 agosto 2011

definitivamente e


Lentamente sparirò, dai vostri ricordi, dalle vostre vite;
e sarà come se non mi aveste mai conosciuta, come se non fossi mai esistita.

Intanto continuerò a pregare perché questo oblio rapisca anche la mia memoria e la tenga sotto chiave, affinché il male che siete riusciti a farmi non mi scalfisca più.