sabato 27 dicembre 2008

I wish U...

Un senso di stupore, incessante, intenso dal ritmo serrato che ti cerca nella mente.. immagini nascono gridando di te, è calma, svelata... ti abbraccio come mai, ti bacio come nelle tue fantasie ma ora ti vedo e catturo il tuo sguardo.
G&S

Non so com'è trascorso ma
non sai quanto desidererei sapere che il tuo è stato
il più bel natale di sempre. solo questo vorrei.
il natale perfetto.
Perfetto: come te. lo vorrei
per te,
che per me non ce n'è bisogno perché
io ho il mio Natale [da 9 anni (+13)]. Impefetto..
imperfetto: come me.
quest'anno forse anche più degli altri.
non fatto di auguri,
non fatto di abeti,
non fatto di presepi,
non fatto di neve,
non fatto di regali.

Fatto di nulla.
fatto di routine.
fatto di memoria. di passato. e di ferite aperte da sempre
che riniziano a sanguinare proprio quando intorno ti giri, ti guardi, e noti la differenza.
tra un qualsiasi tipo di gioia, spensierata, infantile,
goliardica, vanitosa, festosa.. ma comunque
colorata
e il tuo umore dal profilo in bianco e nero,
tratteggiato da un pittore post impressionista; malinconico, scialbo,
trasandato.

Il mio natale dimenticato. il nostro natale imperfetto [da 9 anni (+13)].
dimenticato da chi dovrebbe ricordare che è natale, soprattutto per noi
[NOI inteso non tanto come [me + lui], quanto |LUI|, che di natali ne ha visti parecchi e questi sono gli ultimi - che tanto io ho sempre il tempo di recuperare]
.

il nostro natale dimenticato.
dal figlio;
che si dimentica di noi. sempre.
volontariamente e anche no.
Fino a natale. e oltre.

e dal padre, che piano piano DIMENTICA se stesso:
chi è
dov'è. che giorno è.
ma non dimentica mai che ha un figlio.
dimentica che questo figlio lo fa soffrire. questo riesce a dimenticarlo.
io no.


e allora vorrei fosse stato per te il natale perfetto.
che per me non ce n'è stato bisogno.
solo perché io riesco a riscattarmi con l'immaginazione.
perché dove stai tu.. lì vicino c'è il mio pensiero.
e quindi io.
lontana
con la mente dal mio natale.
imperfetto: come me.
e che in fondo merito.

spero tu mi abbia pensato una volta almeno
e distrattamente mi auguro.






A TUTTI AUGURI PASSATI. DA ME E DAI MIEI ANGELI.
[CHE SENZA LE GIOIE CHE MI DANNO, SICURAMENTE LA MIA VITA SAREBBE UN DISASTRO (PIU' DI QUANTO LO E' GIA'.).].

lunedì 22 dicembre 2008


che se solo sentissi le cose con più intensità...
che se solo avessi vicino a me qualcuno capace di stimolare la mia anima..
che se bevessi da un bicchiere solo quando ho veramente sete..

voglio sentirle violente le emozioni. non mi basta
accorgermi o per caso o perché mi sto concentrando intensamente
che qualcosa m'ha sfiorato.
Voglio esserne travolta, presa
In pieno
nella pancia e negli occhi. e restare senza fiato e stordita.
sentire il formicolio ai gomiti per l'eccitazione.

non voglio emozioni a rate e non voglio parvenze di emozioni.
voglio l'amore. e la gelosia.
voglio l'estro creativo e l'euforia folle.
voglio emozioni dai colori forti. e col contrasto
bollente. voglio il bianco e
il nero e li voglio sfocati.
voglio il
Caos e l'ordine delle costellazioni.
le miriadi delle galassie. il buio dell'universo.
la forza di un fiume in piena e del mare contro gli scogli.

voglio le vene trasparenti per vedere il movimento del mio sangue..

voglio l'irregolarità.
voglio la pazzia. E voglio sporcarmici le mani.


che l'anima 
gemella esiste allora. e pure 
il colpo di fulmine.

sabato 20 dicembre 2008

in stivali e accappatoio

me ne sto qua in cucina.
un pò di latte e caffè nel bicchiere, rimasugli della colazione.
l'asciugamano in testa che tampona i capelli bagnati e l'accappatoio.
si gela [e grazie, direte voi].
PIGRIZIA.
o forse mi piace starmene così; a sentire l'aria ferma di questo appartamento poggiarsi sulla mia pelle e raffreddarla.
Oggi me ne torno a casa. [che tedio.]

Me ne sto qua in cucina con la caldaia che parte ogni 2 minuti.
ma sento ancora freddo.
e mi chiedo: quanto sono diversa? e uguale al resto di "voi". e quanto faccio spavento a chi pian piano mi conosce.
"questa è una svitata..."
forse. vi lascio rosolare a puntino nel dubbio, per poi non svelarvi la realtà. che tanto svitata non so nemmeno io se lo sono.
forse, se c'è chi si pone questa domanda, allora quel CHI penserà di me che lo sono.
evidente presa di coscienza.
CHI invece non se lo chiede allora non è tanto diverso da me.

che ci sono finestre e sedie con cuscini di diversa ampiezza e comodità, nella parte del mio mondo dedicata al sociale a numero chiuso.
E mi sento una via di mezzo tra Alice [dopo 15 anni] e l'Uomo di Latta. I colori già li ho trovati e mi ci perdo dentro. Ma le mie lacrime sono capaci di arrugginirmi.
dannato cuore foderato di seta.

CHI SONO? mi ripeto dopo l'incontro con il Brucaliffo. e non lo so mai.

Deliri a mente bagnata.

sabato 13 dicembre 2008

hAte/Love.. ricordi-parte seconda

|Odio| |amOre|


che sentimenti strani. agli antipodi.
eppure si presentano spesso insieme.
Non mi ricordo chi una volta mi disse che la ragione, il motivo di |Odio| è proprio lui: |amOre|.

Vero è.
spesso odiamo qualcosa o qualcuno perché l'abbiamo amata/o tanto.

Faccio un esempio: quand'ero ragazzina amavo tanto una canzone di Nek: Laura non c'è
(risparmiateMi le critiche.. lo so lo so..).
Ora praticamente non la sopporto. praticamente.
La |Odio|.

Faccio un altro esempio: da ragazzina senza mamma e papà amavo tanto mio zio (anche se per tutto il tempo dell'adolescenza ribelle l'ho negato a me stessa..).
e mi vergogno di averlo amato.
Forse a 4 anni il mio cuoricino voleva trasporre la sua figura su quella di papà.
quanto ho rischiato..
Forse era troppo grande la mia aspettativa di essere amata.
per quello che ero.
Ora lo detesto. lui e tutta la sua famiglia.
la moglie invidiosa.
ed il figlio con cui venivo sempre messa a confronto e paragone.
Forse perché mi hanno vista sempre come.
il problema. l'altra.
dei nonni la nipote che più aveva bisogno e, in quanto tale, la nipote per la quale i diritti universali dei nipoti e i doveri universali dei nonni verso i nipoti non venivano rispettati.
La nipote. NIPOTE.
nipote e mai Figlia.
ho sempre ricevuto una parola cattiva, uno sguardo truce da questa famiglia.
per quanto possano dire il contrario.
per quanto possa mio zio voler apparire caritatevole. raccontando che si è battuto per la mia adozione.
per non lasciarmi a vivere una vita con persone indietro di 2 generazioni.
Con un nonno duro e glaciale, che lui come padre ha sempre disprezzato.
Con una nonna dolce e gentile, poiché detestava l'idea di doverla dividere con me nel ruolo di mamma.
per darmi dei fratelli con cui giocare.
per darmi qualcosa di concreto da poter chiamare futuro nella loro farmacia.
tsé.
o forse solo per trattarmi da terzo incomodo.
e per poi farmi mai sentire loro figlia.
adottiva.
figlia di nessuno.

Ho ottenuto solo disprezzo.
e invidia; non chiedetemi invidia di che. perché proprio non lo so. Sono anni che cerco di comprendere e continuo a farlo;
a cercare una motivazione.
eppure.
quest'odio gratuito non.
non ha spiegazioni secondo la mia non-razionalità.

Le uniche cose che ricordo della mia infanzia si possono catalogare in tre cartelle. non in una, che sarebbe cosa giusta. ma in tre.
|amOre|; |limbO| e.
|Odio|.

In |amOre| tutti i ricordi di mia nonna; le sue magie sotto la tenda che mi costruiva in camera e tutte le risate a perderci il fiato.
ricordi che scaturiscono e si traducono in un'unica sensazione, racchiusa nel profumo di acqua di rose.
e l'odore polveroso di carta vecchia e legno laccato della biblioteca di mio nonno. che a modo suo di |amOre| me ne ha dato e me ne dà.
ma proprio a modo suo. e non riuscirebbe a fare altrimenti e meglio, lo so.
Sono ricordi di colore viola. e sanno anice.

In |limbO| i ricordi di un'altra vita.
delle gambe robuste (la sola cosa che vedevo quando stava in piedi..) di un ragazzone altissimo;
e solo quando mi prendeva in braccio scoprivo che aveva gli occhi stupendamente verdi.
e la fronte sporca di vernice per muri. che chiamavo "papo".
ricordo la sua golf e le sue cassette rock a palla quando la lavava.
Il ricordo del muso umido di Laika e di come mi scovava dietro la porta di casa, dissipando tutte le mie paure iniziali con una leccata in faccia.
delle bambole mie e dei sonagli per Viola.
della sua copertina che era stata mia e io le rubavo per gelosia.
di mia mamma. dei suoi vestiti.
che a casa hanno ancora il suo profumo.
dopo 20 anni.
delle sue mollette per capelli e di come pettinava i miei.
dei suoi bei denti.
ricordi che hanno il sapore delle caramelle mou. ma ricordi grigi.

In |Odio| i ricordi delle estati trascorse a piangere.
a casa degli zii.
o nascosta tra gli scaffali della loro farmacia.
ricordi di spiagge scomode. di castelli di sabbia tristi.
di frecciatine fatte ad una bambina di soli 6 anni.
completamente smaliziata.
di aggressioni verbali davanti al letto di morte di una nonna tanto adorata.
odore di disprezzo.
sapore di umiliazione.

Ricordi che stanamente rivivo anche oggi. quando lo incontro e ci parlo.
il passato che si mescola al presente e lo confonde.
quando sono di fronte a quei suoi occhietti acquosi e tanto diversi da quelli di mia mamma e di mia nonna.
mi fa regredire all'infanzia. che se non fosse perché non ce l'ho mai avuto come vizio, quasi tornerei a ciucciarmi il pollice.
e mi rende completamente disarmata e incapace di difendermi.
come da piccina. ma con le emozioni di un' Adulta_Ma|BePan.

Lo |Odio| perché l'ho amato.
Perché allora lui non può provare |amOre| per me, se mi ha odiato?

mercoledì 10 dicembre 2008

Reductio ad absurdum...


L'altra sera parlavo su emmessenne con un certo strano ed affascinante GeNiO dai riccioli d'oRo. Una persona che è stata catapultata nella mia vita da un altro caro strano ed affascinante POETAePITTORE, che devo ringraziare, finché morte non mi separi dalla vita, per questo inaspettato ma da sempre atteso incontro/scontro.

Un essere dai riccioli d'oRo e dagli occhi BlUbLuBlU, che dice delle stramberie, le più logiche e concrete di MAI, di cui ho sentito parlare soltanto dalla "Me.StEsSa.DeL.mOtO.cIrCoLaRe.UnIfOrMe."
(E se non vi raccapezzate cliccate QUI.)

E mi è venuto da pensare che questo GeNiO oRoEbLu fosse di un altro pianeta, forse di una stella con un nome siglato da qualche scienziato.
E che magari a due o tre isolati di buio da quel sole, lontano miliardi di anni luce da qui, ci fosse anche la mia di stella..
o BucoNero_ViOlA,nOtTe.quasi.verso.l'AlBa_ con la mia nuvolettaVeRdE..

E si parlava della possibilità di incontrarsi e di conoscersi.
Perché (almeno a me) non basta più essere "l'amica dell'amico" e conoscere "l'amico del mio amico".
NON VOGLIO TRAMITI.
Voglio vivere questa persona direttamente.
Sulla mia pelle, con le mie orecchie, gli occhi, le mani e con tutti gli altri 6-7 sensi che madre natura o chi per lei mi ha messo a disposizione in questo corpo, in questo corazon, in quest'anima inquieta e vibrante.

Perché ne parlo non so.
ma mi stimola.
mi incuriosisce.
mi sorprende.
mi illude.
Fa girare quelle 4 rotellette del mio ingranaggio cerebrale ossidato dalla pigrizia.

Bene. Dopo questo elogio gratuito.
vado avanti.

Dicevo.. si parlava, l'altra sera, di tutto un po'.
Quand'ecco che il ricciolo mi fa una delle sue solite uscite spiazzanti.
Cheppoi io sembro tanto estroversa e buffona ma dietro dietro, ben nascosta, c'è una timidezza da far impallidire un bocciolo di rosa.
E con la semplice richiesta di vederci, sottoforma di appuntamento a brevissima scadenza, mi mette in crisi.

Mai sentita così per un incontro.
MAI.
Terrorizzata ed euforica allo stesso tempo.
Non la classica paura del
OHMMIODDDIOOO.NON.HO.NULLA.DA.METTERE.DEVO.FARMI.LE.MECHES!
o del SE.SOLO.AVESSI.FATTO.UNA.MEZZ'ORA.IN.PIU'.DI.STEP.
E.LE.1O'000.SERIE.DI.ADDOMINALI.E.GLUTEI!

E' una paura diversa. Legata a un concetto strettamente intimo.
Di me. Nuda.
Senza difese.
Il terrore e l'eccitazione di giocare senza regole, senza appigli a cui aggrapparsi quando la situazione si fa sfavorevole.
Perché è di questo che si tratta. Della sua capacità di mettermi a nudo. Cosa che io non permetto a nessuno.
NESSUNO.

E, ecco ecco, ora ci arrivo al momento di riflessione.
Ho scoperto che.
che questa conoscenza a carte scoperte.
ANZI ANZI NO.
che questa sua capacità di leggere le mie carte, per quanto coperte possa io tenerle, guarda un po', mi rende fragile.
FRAGILISSIMA.
Ultrasottile.

Pericolo.Pericolo.Pericolo.Pericolo.Pericolo.Pericolo.Pericolo.Pericolo.

Perché il ricciolo sa colpirmi. Sa quali sono le crepe del mio cuore a cui fissarsi e in cui penetrare.
E so che se lo vedrò, se lo conoscerò.
sarà straziante privarmene.
nel momento dell'abbandono.

E qui nasce la riflessione sui RICORDI (sento già i vostri "FINALMENTE! SPERIAMO ALMENO CHE TUTTO 'STO SPROLOQUIO SIA VALSO A QUALCOSA". A dire il vero non lo so.. Ricordate la mia semplicità banale? Ecco.)

Vivo di ricordi. Belli o brutti che siano. Sono costretta.
La mia vita è tutta un ricordo. ed un pensare a come sarebbe, se non mi fosse girata così.
CREDERE.
Ed è per questo che i ricordi sono la cosa che mi fa più paura.
ancor prima delle assistenti sociali.

In genere si sospira con i ricordi.
Ahhhh....... puff!

Io credo invece che abbiano un'essenza infima e una volontà ipocrita.
I ricordi ti fanno credere di essere belli.
Tutto accade in un attimo: l'odore dei broccoli in cucina, le dita che fanno il nodo ai lacci della scarpa, la parola TEDIOSO, un paio di note giuste SOL DO MI DO..
ed ecco che una di queste piccole, insignificanti cose istantaneamente funziona come un link, che conduce la tua attenzione sensoriale e tutte le tue sinapsi cerebrali in uno spazietto minuscolo della tua memoria.
E' UN TRIP.
E' UN FLASH.
e ti ritrovi quasi a rivivere la stessa gioia, le stesse emozioni..
Anche i ricordi tristi, quelli brutti.. hanno la capacità di apparire meno di quel che erano quando erano la realtà di quei momenti.
Ti sembrano leggeri.. Sollevano lo spirito.
I ricordi sono ipocriti.
Perché ti fanno sentire bene. Se ci pensi giusto quegli attimi che durano.
Ma se ti ci soffermi un pochino di più, si portano dietro la malinconia.
come i fantasmi trascinano le loro catene.
E la malinconia è tristezza.
E' romantica, ma è triste. E' sola.
E alla fine zitti zitti i ricordi se ne vanno, le loro immagini ti abbandonano, scivolano silenziosamente nell'oblio e ti lasciano un aroma.
di SOLITUDINE e SENTIMENTO.

Ora.
Non oserei mai dire che è meglio non viverle quelle situazioni che poi sai già che saranno trasformate in un ricordo con meriti e contromeriti.
ANZI.
IO VOGLIO VIVERLE.
perché è importante farlo.
Vivere intendo.

Ma permettete che io sia al contempo TERRIBILMENTE EUFORICA e TERRORIZZATA?

euforica per un pezzo di realtà di cui conosco il valore.
terrorizzata per il bagaglio sentimentale di cui si farà carico la memoria.

Occhei.
ora sono pronta.

venerdì 5 dicembre 2008

quando gira male...

La sorte prende strane strade a volte.
Perché sembra che certi giorni nessuno può fermarti, il favore delle stelle è rivolto tutto a te.
E altri giorni invece che non ce n'è una sola che ti va bene.
Appunto dalle stElle alle stAlle.

E così Diego è stato operato e attendo il risultato della biopsia dello schifo che gli hanno tolto sulla schiena.

Io intanto nelle ore notturne produco incubi, con cani e gatti mutilati...
mi è venuto anche l'herpes per lo stress.

La Minerva (la mia gatta pelosa) è depressa pure lei.

A Formaggio manca la mamma che è rimpatriata nel Salento. E manca anche a me.

Io mi ritrovo sola con le bestie a studiare l'esame del terzo anno... indovinate un po'? Ancora sui PARASSITI...

INSOMMA.. GIRA UN POCHETTO MALUCCIO.

S E S O L O N E V I C A S S E . . .