venerdì 30 gennaio 2009

nei toni del blu

quella tenda improvvisata con un filo e un lenzuolo. nella cameretta di una bimba che si fa pettinare i lucidi capelli neri.
quell'angolo incantato, che una signora che profumava di acqua di rose aveva creato per lei.
con la semplice magia di tappeti e mollette. e di pane, zucchero e vino dolce delle merende improvvisate.
quell'angolo incantato, quel nascondiglio segreto in cui lei diventava invisibile alla vista
di quegli adulti troppo adulti
le cui facce non corrispondevano a quelle dei genitori.
ma somigliavano.
.C O N S O L A N T E.
Somigliavano se osservati da lontano e solo se con una gomma immaginaria si potevano cancellare le rughe che drappeggiavano i contorni dei loro occhi.

occhi azzurri, quelli della signora.
occhi azzurri di quella nonna.
che di magico aveva tutto, perfino il nome:
.I D E A.
conosciuta solo a 4 anni o poco più
[se la memoria da infante la tradiva.
che di certo la tradiva.

e per forza l'aveva già vista, ma non se ne ricordava.]

{un vero amore a prima vista.
secondo soltanto a quello per il seno della mamma.

o per le braccia forti del papà,
che la facevano volare in alto come un
uccello nel cortile di una casa sbiadita,
nei ricordi grigi di qualche anno prima.}


Il tempo di cadere in quel profondo cielo al contrario, liquido e sereno.

tranquillo e caldo e consolante.

.C O N S O L A N T E.
ed ecco che era stato già amore.
e a 4 anni o poco più
[o meglio dal preciso istante in cui le braccia morbide
di quella nonna la avvolgevano per la prima volta,
sempre se la memoria la tradiva]

la bimba dai lucidi capelli neri si chiese
come la signora calda e mamma vedesse
il mondo attraverso quel colore stupendo.


nei toni del blu probabilmente.
affascinante.

.NEI TONI DEL BLU.
quindi anche lei, piccina, agli occhi della donna era nei toni del blu..
[fu - forse - il primo segno di trasparenza quello?]
____________e com'è il mondo nei toni del blu?
poi guardava i suoi di occhi, allo specchio,
ed erano marroni, con delle punte di verde.
[quando ancora lei era colorata - forse -..]
e si convinceva sempre più che quella
nonna vedesse il mondo nei toni del blu.

che lei invece vedeva tutto marrone e verde.

perché la terra e gli alberi che scorgeva dalla finestra della sala ne erano la prova.
[e lo stesso vedere i suoi occhi marroni e verdi allo specchio era prova che lo fossero.]

tutto corrispondeva.
tutto combaciava.

.m a r r o n e.e.v e r d e.
.b l u.
E se a lei il mondo _marrone.e.verde_ faceva paura..
chissà se era lo stesso nei toni del blu.
ché quella nonna donna era sempre sorridente. ed aveva
una risata squillante e coinvolgente ed infinita.

[che se solo quella bambina oggi ci pensa .sorride.]

e cresceva. nella sua tenda. nei suoi colori.
immaginando il blu.
e pensando che la paura faceva meno male se la
si poteva guardare nei toni del blu.
e con quella risata nelle orecchie.
cresceva e raccoglieva i vetri delle bottiglie, e le plastiche.
per guardarci attraverso.

poi un giorno -innocenza- un dolore.
che visto con i suoi, di toni, quelli che per lei erano normali,
terrorizzava e spaccava la pelle:
il blu splendido per sempre veniva imprigionato dietro quelle palpebre di seta.
e il profumo di acqua di rose diventava rarefatto.
svanendo con tutta la magia. Compresa quella del suo nome:
.I D E A.
e la bambina ragazzina, che già
da tempo sbiadiva lentamente,

quel giorno subì un lavaggio violento.

una doccia di acqua bollente. che fece
evaporare quei suoi profumi e
affogò i suoi suoni.
che sciolse gran parte dei suoi colori.
che sciolse quel blu.
e la miriade di toni immaginati.

sciolse quel blu.
.tutto quel blu.
in cui aveva creduto.

ora scivolava via dal suo corpo e tingeva
la memoria.

e senza blu non c'erano né azzurro, né celeste.
verde, né viola o indaco.
tutto scivolato via da lei.
tutte quelle sfumature, solo un ricordo.
non la coloravano più.
tutto sciolto.
in una pozza ai suoi piedi.

una pozza trasparente.
T R A S P A R E N T E______ come lei.

giovedì 29 gennaio 2009

[RI]trovarSI _____________ {t R o P p O}.

{come.d'autunno.sugli.alberi.?.}

Sempre cerco.
di sintonizzarmi. sulle frequenze di chi mi sta intorno.
perché è l'unica cosa.
che mi rimane
[l'unica.]
mi rimane questo.
adattarmi. alla Darwin.
e sopravvivere, no?
questo è il punto
[no?] ______ SOPRAVVIVERE.

Quando si e [TROPPO] per gli altri.
e allora cerco di essere di meno.
[il meno possibile]
ACCOMODANTE come cosa.
e poi. per caso. succede.
succede che.
per caso.
mentre mi sintonizzo sul battito del mondo.
per caso. SUCCEDE.
[benedetto caso]
[che succede una volta ogni TROPPO]

che trovo qualcunA. e mi dico
.v a l e.
vale.la.pena.vivere.se.c'è.
.u n a p e n a c h e v a l e.
e diventa tutto che.
ROBAMIA,ROBATUA.

E allora .amicA.
.sorellA.
.ama n t e.
dico che quando sono troppo.
.TROPPO. per tutto il resto
.per TE no.
e quando sei TROPPO tu.
.per me non lo sei.
scambiamoci il .TROPPO.
come ieri. come oggi.
che tanto CORRISPONDE.
che tanto il TROPPO che siamo, lo siamo
in tempi diversi.
E quando sei [troppo] tu, sono [poco] io.
e VICEVERSA.
e allora possiamo dividercelo
e CONDIVIDERLO.
[questo maledetto troppo.]
ed io sono sollevata.
e pure tu
.s p e r o.
e quando siamo [troppo]
tuttE e due
allora sarò felice di essere infelice con te.
come te.
E sarò felice di non morirNE da sola.


Tutto ciò da cui stavi fuggendo
Torna come valanga più grande che
Ti trascina al punto di partenza se vestirai
Vecchi difetti
Volami accanto e solca il tempo
E bevi l’immenso soffio eterno
Guardami cambiare forma dopo forma e ancora
Respirare i tuoi capelli dentro a un giorno nuovo
Nello spazio che adesso riempi c’è
Succo acerbo di densi silenzi che
Colleziono da tempo
Come schegge d’inferno
Why? why? …

sabato 24 gennaio 2009

DISTRAttenZIONI


una zanzara.
femmina.
succhiasangue.
perché i maschi no. loro sono più frivoli. si nutrono di altro. [se si nutrono poi..]
una zanzara.
[femmina].
e spietata.


mi nutro di s a n g u e.
e s s e n z a
a n i m a
t e m p e r a m e n t o
c a r n e
i n d o l e
i s t i n t o
s a c r i f i c i o
V I T A.

Rubo un po' di qua, un po' di là.
"Annuso", mi poso, mordo.
ed sono dolce. caritatevole. quando mordo.
inietto anestetico. e anticoagulante.
e mi cibo.
un po' di là, un po' di qua.
e quando me ne vado, lascio una memoria del mio fugace passaggio,
un formicolio.
Ehi.. sapevi di buono, eri interessante [visivamente e olfattivamente].
così ti ho preso un po' di v i t a.
un po' di e s s e n z a.
un po' di a n i m a.
sai, mi serviva. ed ho approfittato.
nemmeno te ne sei accorto..
non ti dispiace, vero?
grazie.
.IO_zanzara. spietata?
no, non sono spietata.
mi serve per sopravvivere.
è perche sono trasparente sai?
e un po' di anima la rubo
per nutrirmi.
per crescere.
per gusto.
si anche per gusto.
che c'è di male? sei bello e profumi di buono.
accattivante.
io ne ho bisogno.
cosa dici? subdola? Io?
no... non lo faccio con cattive intenzioni..

Ti faccio una confidenza. perché mi sei simpatico, oltre a farmi gola.
eccola.
IO_zanzara, sai, non sono spietata.
Se lo fossi sarei sempre concentrata sul sangue. Non avrei limiti.
e invece sì. ne ho.

a volte vedo nelle ombre una luce.
bella... attraente. e mi incanto...
non resisto. la voglio.
più del sangue,
più di un pezzo d'anima.
è intrigante.. leggera.
si staglia contro le ombre del mio crepuscolo. alta e forte.
bianca.
e mi attira. a tal punto che mi dimentico del mio pasto di sangue.
mi dimentico di sopravvivere.
e mi struggo. mi dispero perché non posso averla.
e ci danzo insieme.. intorno.
diventa tutto oblio. quando trovo una luce.
una semplice luce.
punto debole. tallone d'achille.
e mi perdo.
mi dimentico di vivere.
mi ipnotizzo.
irresistibile.

sono talmente piccola che posso contenere solo un'emozione alla volta.
come le fate.
mi distraggo. e sono capricciosa.
ma appassionata. anche se corro su un unico binario.

è così.
e ora, te ne prego.
non approfittarne.

[anzi sì: APPROFITTANE PURE. te ne prego.]

martedì 20 gennaio 2009

.sbiadire [lentamente] evaporare.


io sono trasparente.
trasparente.

così limpida che attraverso lo specchio non mi vedo.
così aria che tutto mi passa TRAMITE.
che tutto mi travolge. a tal punto che a volte nemmeno me ne accorgo.
tanto sensibili i miei sensi da assopirsi per lo strazio del momento.
per lo shock.

io sono trasparente.
ho affinato questa mia caratteristica negli anni.

una volta non lo ero.
da piccola ero colorata. un pasticcio di colori.
una tavolozza con ogni sfumatura.
come il vestito da pagliaccio che mia mamma mi faceva indossare a carnevale.
con pois blu, rossi, gialli e verdi.
ero emozionante e travolgente.

poi. bum!

ho iniziato a sbiadire.

i bambini sbiadiscono? io lo facevo.
estate dopo estate, bruciata dal sole.
pian piano i colori andavano via.
mi abbandonavano e andavano a dipingere quello che c'era intorno a me.
crescevo e con le sfumature che mi lasciavano coloravo di significato quello che mi circondava.

e profumavo da piccola.
profumavo di caramello e noce moscata. di caffè e liquirizia anche.
profumavo di fresco.
e sbiadendo nei colori ho iniziato a sbiadire anche nelle essenze.
che si posavano sulla pelle e sulla scorza delle persone e delle cose tutt'intorno.

e 'risuonavo' anche. da piccola 'risuonavo'.
con note allegre di tromba, dolci di pianoforte e delicate di chitarra classica.
trilli leggeri di sonagli. che lentamente son diventati timbri di violini.
e poi fragore di silenzio.

ora non suono. non profumo. non ho sfumature.
trasparente.
ma il mio mondo ha miliardi di note. infinite essenze olfattive. continue sfumature di colori. soprattutto sconosciute.
non io.. il mio mondo.
io sono trasparente.
mi si vede attraverso.
come l'aria. l'unico elemento di disturbo tra un occhio e la sua visione.
come l'aria. in cui le onde sonore si propagano.
come l'aria. attraverso cui le molecole di profumo vengono respirate.

solo una cosa mi è rimasta.
che quel sole mi ha lasciato facendo sbiadire ed evaporare il resto.
calore.

venerdì 16 gennaio 2009

che sono complicata come una telenovela portoricana. IO. [cerchiamo di recuperare il tempo perso? - cerchiamo di recuperare noi che ci siamo persi...]

premessa: troppa cioccolata fa.. [male] e [bene]

Mantenere il passo..
della vita, che corre con falcate da giaguaro, mentre noi poveri bipedi ci affanniamo a rincorrerla.
è dura.
e scendiamo a compromessi per distaccarla di quel mezzo metro.
che in fondo non ci fa sentire per niente vincenti.....
e perciò...

ho capito - almeno credo [mi ci è voluto un pochino].

che la vita è vero che corre ma nessuno ci obbliga a tenerle il passo.

Quella corsa disperata per raggiungerla mi era utile poiché sono costantemente spaventata dal presente e dal passato.
Spero
in un futuro diverso ma altrettanto veloce...
Cerco di combattere
- con una neonata consapevolezza -
i fantasmi che mi porto dietro da tanto tempo.
e il futuro lo vivo ogni giorno nel mio presente [che temo].

l'importante è rendersene conto.. mi dico.
che è la vita che corre dietro te e non tu dietro lei.

tutto questo a causa della bilancite acuta - come dice un mio amico:
quando mi prende (ossia quando faccio un bilancio della mia vita almeno ogni 45 minuti per un paio di settimane) cerco di vedere gli ultimi periodi passati come i pilastri di una casa...
e comincio a buttare giù ogni pilastro per ogni persona o situazione che non ha aggiunto niente a quello che già ero e che già avevo
e lascio o aggiungo tanti pilastri quante sono le persone che invece hanno fatto il contrario...

il risultato è che la casa rimane su...
rimane su perché ho la fortuna di possedere quei pilastri fermi che,
anche se sono pochi,
sono collocati al punto giusto.
e la maggior parte delle volte bastano da soli a mantenere su il tutto.

Tu sei uno dei miei pilastri principali...
anche se non sei tangibile.
anche se non ti conosco. mai ti ho conosciuto e forse, se anche gli altri pilastri dovessero cedere.. mai ti conoscerò.

nonostante tutto sei al piano terra.
e tutto quello che costruisco lo costruisco perché
perché non lo so. in fondo non sei materialmente presente. ma idealizzato.
però mi ispiri, proietti in me un' immagine
flebile. fumosa.
che lascia uscire con un rantolo la beata speranza dai miei polmoni
espirandola su quella foschia. per schiarirla.

e così
con il primo piano
il secondo piano
il terzo piano....
la casa va avanti
e tu con lei e la vita con te.

l'importante è rendersene conto..
rendersi conto che è la vita che corre dietro te e non tu dietro lei.

o no?

sabato 10 gennaio 2009

SCOSSA

Il tempo scorre come la terra sotto i piedi, invisibile
per la velocità; il paesaggio cambia e resta uguale.
dal finestrino ogni cosa
vicina lascia una scia confusa.
macchie di colore che
intuitivamente riconosco.
le cose
lontane mi appaiono nitide e scorrono lente.
lontane.
lente.
lontane.
Piano cambiano ma restano uguali.
[scenografia invernale.]


io e la mia molesk in viaggio.
mi distraggo di nuovo.
Il vetro amplifica un raggio

mi acceca.

chiudo gli occhi che immediatamente si inumidiscono.
bruciano.
nel buio delle palpebre c'è fissa una palla rossa.

tutum tutum

tutum tutum il treno sotto il mio sedile.
tutum tutum
i passi affrettati di chi cerca posto.
tutum tutum
i bagagli trascinati nel corridoio.
riapro lentamente
gli occhi:
il paesaggio cambia e non cambia.
scorre. ma resta là.
resta.
le siepi vicine
- frrrr -- frr -- frrrrrrrrr - macchie, confusione.
il sole è giallo

il sole è rosso
il sole acceca.
di nuovo me.
tutum tutum
il treno sotto il mio sedile.

tutum tutum la porta della cabina.
tutum tutum le mie palpebre si aprono davanti ai miei occhi. increduli.
tutum tutum le mie narici si allargano.

tutum tutum
il mio cuore
lo sente.

respiro.
guardo. deglutisco rumorosamente.

tutum tutum
il treno. [fortuna questo rumore]
tutum tutum
il suono del mondo che si ferma. mentre passa:
un ricciolo castano chiaro davanti l'occhio. ambra liquida.
oro su oro.
chiude gli occhi, si gira, li riapre e guarda nella cabina. libera.
tutum tutum.. il cuore o il treno. sotto i miei piedi?
si ferma. scosta distrattamente il ricciolo scuotendo la testa.
perfezione.
un sorrisino sghembo si apre sulle sue labbra.

perfezione.

il mio stomaco precipita nel vuoto.
nella cabina: io e una signora anziana. cappellino nero sulla bianca permanente.
occhi vispi e attenti.

coglie il mio terrore.

coglie il mio stupore.

mi lancia uno sguardo furbo.

sento il sangue sul viso scorrere veloce. e salire fino alle guance

mentre il vuoto diventa voragine nello stomaco.
lui entra e saluta garbatamente la signora che gli sorride.
[chi potrebbe farne a meno..]

mi giro e guardo fuori.


respira respira respira
ora butta fuori

piano lentamente...
ecco brava.
così.
tranquilla. è tutto okay.
tutto okay..
senti come profuma. viene dai riccioli vero?

sì.
e allora respira. assaggialo.
delizioso.
si ferma davanti a me. mi dà le spalle e carica il suo bagaglio sopra il sedile di fronte.
ora girati. girati!

gambe lunghe. forti e agili in pantaloni morbidi, color corteccia.
maglione panna. adorabile. caldo.
che scopre un fianco durante la tensione per riporre il bagaglio.

pelle candida. colorito invernale.
perfezione.

sveglia! lo stai fissando!
scansati!
ora si gira!
ehi! sveglia!
SVEGLIA!

rapide le mie mani tornano a scarabocchiare sulla molesk.
non farti sgamare.
spazza via quel rossore stupida! e sbircia..
forza!
cogli ogni particolare.
ogni suo dettaglio.

Dio si cela in un dettaglio...
ricordi?
ricordo.
brava così... le mani. scrivilo. raccontalo.
e i polsi? hai scritto?
tengo a mente, tengo tutto a mente.
scrivilo!
impossibile.
mento bocca orecchie naso profumo riccioli occhi
occhi
OCCHI.
occhi, sì. che leggono attenti. occhi che si perdono nel vuoto. occhi che immaginano.
occhi che mi guardano.

sguardo limpido e dorato.

occhi che mi guardano?

mi guardano??
SGAMATA! giù sulla molesk!
evitalo!
dannazione.
DANNAZIONE! stupida!
scrivi. fai finta di scrivere. non alzare lo sguardo. nemmeno per far finta di pensare.
ti sta osservando. curioso.
scrivi!
SCRIVO!

sorride sghembo, sotto i baffi.
mi piace quando sorride sghembo.. ora lo guardo.
no!
sì..
no! non cedere. respira. respiralo!
sì. cedo..
e lo guardo.
mi sorride.
gli sorrido.
è ambra liquida che mi fissa.
sono terra bruciata che lo fissa.
SFIDA? già persa. torno a scarabocchiare.
risatina sorda e sommessa da parte sua.

bella e selvaggia come un suono di tamburi lontano nella foresta.

L'ho visto, l'ho annusato e assaporato, l'ho udito.

ora voglio toccarlo.
l'unico modo per sapere davvero se non è frutto della mia immaginazione.

ma come? come faccio?
alzati e fai finta di inciampare.
no, stai scherzando? [che gaffe sarebbe]
lo sarebbe comunque.

No. unica soluzione, far cadere la matita dalle sue parti.
la lancio?

la vecchietta mi guarda e sorride..
le sorrido di rimando.
controllore.
biglietti.
la vecchietta impacciata apre il portafogli e riversa un mucchietto di spiccioli dalle nostre parti...
Mi precipito in avanti per aiutarla a raccogliere le monete, che girano per tutta la cabina.

Lo stesso fa lui. vecchietta arguta.
ci scontriamo piano. accucciati sotto i rispettivi sedili
"scusa.." mi dice, dopo avergli rifilato involontariamente una spallata. quasi mi abbraccia per arrestare lo scontro lieve. La voce piena e calda, un pò roca.
"no.. scusami tu. volev... fatto male?".
Dalla scollatura a V del suo maglione caldo dondola un ciondolo di osso legato da una corda di pelle. Lo noto e poi noto il suo collo perfetto e candido.
respiralo... respiralo!
lo respiro sì, respiro...

e lì, minuscola, sulla sua giugulare, una chiave di basso tatuata. mi incanto. perfezione.
"scusami. Tutto okay?"
lui ride. come poco prima.
una risata sommessa e calda, selvaggia ed equina. "Adesso? Tutto okay.."
e poi con voce più bassa e seria, guardandomi dritto negli occhi: "ma è DOPO che mi preoccupa: come sopravviverò?"

Colpita, dritto.. nell'anima.

Torno al mio posto repentinamente. occhi bassi.
due fermate dopo recupera la borsa tracolla e lascia la cabina rivolgendomi il suo sorriso.

scende dal treno. percorre un pezzo poi si gira:
il suo ricciolo davanti all'occhio; oro su oro.

guarda verso di me, ride ancora e va via.
Leggo la stazione.
Ne prendo nota insieme a data e ora sulla molesk.

Poi accendo il mio lettore mp3 e mi sparo Debussy
nei timpani
fino a
farmi male al cuore.

lunedì 5 gennaio 2009

lost in the fog

Vero? la tristezza è una scelta che

la nebbia è la mia casa. attraverso la nebbia vedo il mondo com

consapevolezza e abbandono. tristezza comoda che mi aff


mi sono arresa alla tristezza. e
forse mi piace anche tormentarmi.
tormento.
ora sento il mio cuore battere.
e il mio animo fremere. per
qualcosa che non so.

[I'm taking it slow
Feeding my flame

I won't soothe your pain
I won't ease your strain
You'll be waiting in vain
I got nothing for you to gain]

e questa nebbia.
bellissima. struggente. umida.
e romantica. romantica. romantica.
e questo fango
che si impasta con le suole delle mie
scarpe. e mi inchioda. qui.
nella nebbia e nel fango.
delizia e orrore.

una dannazione eterna. la mia
[dannazione eterna].
il tormento. la paura.
di quello che sono.
la cerco e la scelgo. tra tanti tipi di paura.

[Prigioniera] dentro una bolla di sapone.
terrorizzata e fremente all'idea che possa
scoppiare.

scoppia. bolla. scoppia
scoppia..
in caduta libera. c'è una me stessa laggiù che mi attende a braccia aperte
per arrestare il mio VOLO con una presa soffice e forte.
c'è una me stessa forte e consapevole laggiù.
scoppia. bolla. SCOPPIA DANNAZIONE.

voglio cadere.
voglio cedere.
CEDERE. e arrendermi.
[c'è qualcuno laggiù, una me stessa CONSAPEVOLE e FORTE, pronta a prendermi. pronta a tenermi.]
non voglio SOPRAVVIVERE. preferisco arrendermi.
la resa delle mie membra. l'abbandono.
è l'OBLIO.
scacciare ogni legame.
che voglio essere quel che sono in realtà
[sola..]
non voglio più far finta di non esserlo.
basta giocare a nascondino con me stessa.
o consolarmi, accontentandomi. consolarmi,
ripetendomi che nessuno lo è.
[solo..]
voglio l'abbandono vero.
la cerco la solitudine. in questa nebbia.

[bellissima
struggente.]
[I'll seek you out,
Flay you alive
One more word and you won't survive
I won't soothe your pain
I won't ease your strain
You'll be waiting in vain
I got nothing for you to gain]

non voglio nessuno. di chi ho già ora.
non mi serve nessuno. questa è la verità.
sono sola. voglio esserlo. DAVVERO.
per non sentirmi più
[sola].
la consapevolezza aiuta.
la maschera muta.
la maschera fa sopravvivere.
IO VOGLIO VIVERE come voglio vivere..

voglio poter sorridere alla solitudine. salutarla.
e tenerla con me senza sofferenza.
senza timore.
[And just in time
In the right place
Steadily emerging with grace]

l'ho scelta io la tristezza, vero?